Il 2020 sarà senza ombra di dubbio l’anno che vedrà l’Italia affacciarsi al Plastic Free. Questa nuova tendenza positiva,che ha iniziato a diffondersi già da qualche tempo, si sta allargando a macchia d’olio sia a livello personale, che nelle coscienze di ristoratori, albergatori e commercianti di ogni genere. Negli ultimi anni infatti, il consumo di plastica sotto ogni sua forma è aumentato in maniera esponenziale: dalle microplstiche - contenute nelle bottiglie di plastica e in alcuni cibi - alle fibre sintetiche dei vestiti, fino ad arrivare a stoviglie e posate; questo materiale, usato ormai in maniera sempre più irresponsabile, è diventato parte integrante della quotidianità al pari del problema del suo smaltimento
Proprio per questo sono sempre di più le aziende e i privati che stanno manifestando il proprio senso del dovere nei confronti del pianeta sposando l’idea di convertirsi ad opzioni ‘Green’, grazie anche alle sempre più numerose soluzioni alternative in commercio che è possibile adottare. Quello che può inizialmente lasciare perplesso un ristoratore che decide di convertire il suo locale al plastic- free, è sicuramente l’investimento economico che il fare questa scelta richiede.
Questi nuovi materiali sostitutivi come bioplastiche, Mater-BI -che deriva dall’amido di mais - biocoated - cartoncino impermeabilizzato che può contenere cibi e bevande- sono sicuramente più costosi della plastica e devono necessariamente rispettare tutti i parametri previsti dalle normative europee in vigore.
La cosa da considerare però è il ritorno che questo tipo di investimento può comportare a livello di immagine, soprattutto se viene comunicato correttamente alla clientela pubblicizzando questo cambiamento anche attraverso i social. Oltre a sensibilizzare il pubblico,infatti, una svolta plastic free può essere un vero e proprio strumento di marketing,far guadagnare al locale una certa reputazione e credibilità e attirare nuovi clienti già attenti a questa tematica.