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L'importanza del Claim sui prodotti
Pubblicato il 28/08/2019

L'importanza del Claim sui prodotti

Da un lato l'esigenza, sempre più marcata dei consumatori di avere sempre più informazioni sui prodotti che stanno comprando o che vogliono comprare e dall'altra la necessità delle aziende produttrici di lanciare continuamente 'claim', vere e proprie parole d'ordine, che caratterizzino i propri prodotti in maniera tale da renderli  intellegibili proprio ai consumatori. 


E' una disputa che si gioca a fil di marketing con slogan che entrano sempre più nel nostro lessico quotidiano e che ci "condizionano" nel momento in cui approcciamo all'acquisto di un prodotto o di una fascia di prodotti similari. Di che cosa stiamo parlando?


Semplicissimo di quelle scritte che ormai campeggiano sulle etichette dei prodotti e che suonano più o meno così: “Lievitazione naturale”, “estratto a freddo”, “essiccato”, “trafilato al bronzo”, “non filtrato”, “fatti a mano” o “artigianale” oltre all'iper utilizzato "italiano,prodotto italiano, 100% made in Italy".


Il più importante claim, per diffusione e giro d’affari ed escludendo l'ultimo elencato, è “trafilato a bronzo”. Pensate che sono ben 824 i marchi di pasta che lo segnalano in etichetta e il loro giro d’affari è notevolmente aumentato da quando questa dicitura è segnalata sulle loro confezioni. Segue subito dopo, in questa immaginaria classifica, “lievitazione lenta”, “lievitazione naturale” e “lievitazione lunga” che hanno fatto segnare un trend di crescita non indifferente a quei prodotti che li riportano sulla confezione. Stiamo parlando, ovviamente, di due delle tipologie di prodotti alimentari che vanno per la maggiore sulle tavole degli italiani: la pasta e i lievitati da forno.


Sempre in ambito alimentare il claim non filtrato” segue a ruota i precedenti ma con un andamento tuto suo e particolare; basti notare che  rispetto ai 12 mesi precedenti, è cresciuto di ben il 47,4% il giro d’affari dei 90 prodotti che lo segnalano in etichetta. Infine c'è da sottolineare che sono claim ad altissimo potenziale: “gourmet”, “rustico”, “non raffinato” e “non fritto”.


Soffermandoci solo su questi claim che interessano il mercato del food in suoi prodotti cardine, come appunto quelli più su descritti, non resta che da chiedersi il perché di questo successo in termini non solo di dati statistici ma, soprattutto, in termini incrementali di mercato che significa soldi sonanti per i produttori e tutti i soggetti della filiera dei prodotti non escludendo la distribuzione e la commercializzazione.


I motivi di questi sviluppi sono di facile riconduzione alla nuova e più consapevole maturità del consumatore oltre all'adeguamento, nonché all'allineamento, della offerta alle caratteristiche precipue della domanda. In altri termini, i produttori dicono al consumatore quello che il consumatore vuole sentirsi dire, sempre in linea con l'etica aziendale. 


Quelle diciture sulle confezioni dei prodotti segnalano al consumatore un'attenzione superiore da parte del produttore nel cercare di dare sempre il massimo al prodotto che viene offerto e percorrono anche i dettami della comunicazione fra produttore e consumatore che deve essere sempre più aperta, consapevole e improntata alla massima trasparenza.
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