Per tanti anni, fino a costruire una specie di stereotipo, gli italiani sono sempre stati associati nell'immaginario collettivo alla pasta. Vuoi perché un alimento tutto tricolore, vuoi perché assolutamente avulso dal mondo anglosassone e quindi anche dal mondo coloniale che nacque collegato alle tradizioni albioniche, sembrava che gli unici a detenere il segreto della pasta fosse solo l'Italia.
Certo bisogna fare subito una distinzione fra produzione e consumo, ma sta di fato che la pasta è e resta un nostro marchio di fabbrica soprattutto per la presenza di brand italiani consolidati e di una gran riscoperta della pasta artigianale che va ben più oltre quella di produzione industriale.
Gli ultimi dati diffusi sul settore ci dicono che la supremazia della pasta italiana a livello globale, però, rischia di svanire, minata dall’aggressività di competitor stranieri ma tuttavia l'Italia detiene ancora il primato del mercato per la produzione della pasta.
Per capire quanto ancora l’alimento sia direttamente collegato all’Italia, basti pensare che le statistiche affermano che all’incirca 1 piatto di pasta su 4 mangiato nel mondo – e circa 3 su 4 nel circuito europeo – vengono preparati con pasta di origine italiana. Bisogna poi aggiungere che nello scorso anno più della metà di pasta italiana, pari a circa 1,9 milioni di tonnellate, è stato esportato in tutto il mondo.
Il 2017 si è chiuso con una sostanziale tenuta, ma i trend consuntivi - produzione (-0,4%), fatturato export (-0,5%) e consumi nazionali (-0,4%) - suscitano tuttavia qualche preoccupazione sulle prospettive del settore. Nel 2017, dunque, più del 57% di pasta italiana, pari a circa 1,9 milioni di tonnellate, è stato esportato in tutto il mondo.
Sicuramente il settore della produzione della pasta italiana può beneficiare anche, di riflesso, della sostanziale forza del Made in Italy nell'ambito della cucina internazionale e, al netto di tutte le difficoltà economiche contingenti, può continuare a tenere botta rispetto a competitor aggressivi come i turchi, ad esempio.
Resta la problematica delle materie prime, sappiamo tutti della non autosufficienza della produzione di grano – essenziale alla produzione di pasta – italiano ed il continuo ricorso fisiologico ai mercati stranieri per approvvigionarsi.
Siamo sicuri, però, che alla lunga la chiave di tutto resta sempre e solo la qualità e qui i produttori italiani sono davvero imbattibili proponendo standard qualitativi, a partire proprio dalla materia prima, e processi di produzione davvero ineguagliabili.