Il 17 gennaio è il Pizza day anche conosciuto, ormai, come Giornata Mondiale della Pizza che non a caso viene fatta cadere nel giorno in cui si festeggia Sant'Antonio Abate che è unanimamente riconosciuto come il santo patrono dei pizzaioli e dei fornai.
Al di là di questo la pizza è divenuta sempre di più uno degli alimenti più consumati al mondo insieme alla pasta. Pensate che negli Stati Uniti, e non a Napoli dove sarebbe ovvio, la pizza si è giocata fino in fondo il ruolo di top one dei cibi consumati sul filo di lana con il classico e ben radicato hamburger.
Le statistiche più aggiornate che non mentono mai ci dicono che il record di consumo di pizza non è appannaggio dell’Italia bensì proprio degli Stati Uniti dove ne mandano giù più di tredici chili a testa per anno.
E‘ un successo planetario quello della pizza, un alimento che riesce ad essere trasversale e piacere allo stesso modo in tutti e cinque i continenti annoverata nella hit parade dei consumi e del gradimento nei primi tre posti con riso e pasta.
Certo, quando si parla di pizza si opera una forzata generalizzazione dove all’interno vanno ad essere compresi tutti i tipi di pizza. Perché poi ad ognuno il suo gusto e la capacità d’interpretarla come meglio crede.
Ovviamente la pizza napoletana Stg è una ed una sola e risponde ad un disciplinare molto severo e scrupolosamente fatto rispettare dai pizzaioli che sanno bene di dover difendere tradizione e gusto con la loro opera e di avere l’onere di tramandare questa squisitezza.
Però, poi, ci sono milioni di varianti tutte fatte per venire incontro ad un pubblico così vasto che poco gradisce la rigidità ed anche perché essendo fatta ad ogni latitudine non sempre in ogni posto si possono avere a disposizione i classici ingredienti che servono per fare una buona pizza.
C’è anche da ricordare che, specie negli ultimi anni, sono fiorite scuole per pizzaioli e singoli operatori che hanno fatto sviluppare studi approfonditi sugli impasti possibili a partire dalle farine e dai lieviti da utilizzare.
Si sono create scuole di pensiero: quella dell’impasto classico, quella dell’impasto contemporaneo, quella della biga e tante altre.
Si sono sfornate pizze alte o basse; con o senza ‘cornicione’. Morbide e croccanti. Pizze gourmet che hanno puntato tutto sul gusto inventandosi non solo un modo nuovo di fare la pizza ma soprattutto modi nuovi di concepire il consumo della stessa.
Maestri pizzaioli fanno scuola e nuove leve di artigiani della pizza si cimentano sempre più in questo mondo che pare non riuscire a chiudersi a nessuno come la pizza stessa che è sinonimo di convivialità ed occasione per stare insieme.
Amici, una pizza e magari una birra e si può trascorrere in armonia e felicità tanto tempo insieme riconquistando quella socialità che siamo stati giocoforza costretti a dover mettere da parte ormai per troppo tempo.
Buona la pizza, buona pizza a tutti.