Dimmi come mangi e ti dirò chi sei, ecco così si potrebbero sintetizzare i risultati di una recente indagine statistica sui gusti a tavola degli italiani, le loro scelte e le loro preferenze culinarie, ma non solo perché l'indagine è andata anche ben oltre la cucina.
Dunque, i dati ci dicono che un italiano su tre sperimenta nuove cucine. C’è chi vorrebbe solo il bio, chi meno carne, chi più pesce e chi addirittura digiunerebbe. Sono state tracciate tre categorie: i tradizionalisti, gli innovatori, i low cost.
I tradizionalisti sono quelli che adorano le vecchie ricette di famiglia e i prodotti che ben conoscono.
Gli innovatori al contrario, sono coloro che vogliono sperimentare e preferiscono provare piatti nuovi, come vegani e vegetariani (8%). A limitare il consumo di carne è circa il 7% del campione, i senza lattosio e glutine sono il 9% e i “biosalutisti” il 7%.
I low cost sono invece i consumatori la cui scelta alimentare deriva da un vincolo di reddito e non proprio da una reale volontà.
Gli innovatori sono tali tra i fornelli ma anche nella vita. Più sportivi e iperattivi sono gli italiani più attenti alle mode, all’estetica, ai cambiamenti del mondo e alla comunicazione e ai social. A caccia di nuove spiritualità sperimentano le discipline orientali o quelle meditative, insoddisfatti del loro corpo ricorrono spesso alla chirurgia e forse per via del loro distacco dalla tradizione della famiglia di origine.
Cosi, invece, i tradizionalisti in cucina lo sono anche nella vita e rischiano sempre molto poco ancorandosi solo a quello che ben conoscono in tutti i campi.
Le scelte alimentari rispecchiano il modo di concepire la vita, ed infatti gli innovatori sono quelli più attenti alle mode, all'estetica, ai cambiamenti del mondo, alla comunicazione e ai social, vivono con qualche difficoltà il rapporto con i propri cari e sperimentano le discipline orientali o quelle meditative.
I tradizionalisti invece amano i vecchi mezzi di comunicazione come il televisore, leggono poco, preferiscono la musica pop e non praticano molto sport. I low cost sono atipici: vorrebbero essere degli innovatori nella stragrande maggioranza ma non possono permetterselo per motivi economici.
Resta da dire che però un buon 22% – come sottolineano gli autori dello studio – non ha saputo attribuire a se stesso nessuno stile particolare in fatto di cibo.
E voi a chi vi volete rivolgere, quale il pubblico di elezione del vostro locale? Tradizione o innovazione? A voi la scelta.